Aprire un birrificio artigianale può essere un’avventura emozionante per gli appassionati della birra; infatti richiede molta passione, competenza, pianificazione e investimento. Inoltre essendo un’attività in forte crescita e richiesta sul territorio nazionale anche i guadagni che ne derivano potranno essere consistenti. Infatti a differenza delle birre industriali, quelle artigianali hanno tutto un altro “sapore”.
Questo è letteralmente vero, dal momento che i birrifici artigianali puntano sulla qualità e non sulla quantità. Ciò che infatti fa la differenza tra una produzione artigianale e industriale è proprio il processo di lavorazione, che per quelle artigianali e per legge, non è prevista la pastorizzazione e nè la microfiltrazione nel processo di produzione. Di conseguenza il prodotto finale contiene sostanze in più che lo rendono qualitativamente superiore rispetto alle birre industriali, più pure, e che sono prodotte allo scopo di durare a lungo nel tempo.
In questo articolo, esploreremo i passi necessari per aprire un birrificio, i costi associati e i guadagni potenziali, nonché i vantaggi e gli svantaggi dell’apertura in franchising e i contributi a cui è possibile accedere.
Cosa serve per aprire un birrificio artigianale?
Il primo passo per aprire un birrificio è quello di acquisire la conoscenza del processo di produzione della birra, delle leggi e delle normative locali. È inoltre importante avere una solida comprensione dei costi e dei ricavi potenziali, in modo da poter pianificare il budget e stabilire la fattibilità del progetto.
Ma cosa serve per aprire un birrificio artigianale?
A livello pratico ciò che serve sarà:
- un locale adatto dove posizionare l’impianto di produzione
- l’acquisto dei macchinari per la produzione
- l’apertura di una partita IVA
- i certificati HACCP
- la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.)
- IL Nulla Osta Tecnico Sanitario da richiedere all’ASL
- l’abilitazione SAB
- la licenza all’Agenzia delle Dogane sulle accise sull’alcool.
Inoltre bisogna tenere in considerazione la tipologia di attività o di birreria da aprire, in quanto l’iter burocratico potrà subire qualche modifica.
Infatti le tipologie possibili sono:
- birrificio artigianale o agricolo: attività per la produzione di birra e la sua distribuzione nelle zone limitrofe;
- microbirrificio: attività per la produzione della birra e la vendita a ristoranti e pub in tutto il paese;
- brewpub: attività per la produzione e l’imbottigliamento della birra con la possibilità di consumarla sul posto.
Quanto costa aprire un birrificio artigianale?

Per quanto riguarda i costi per aprire un birrificio artigianale, essi possono essere abbastanza elevati. Oltre agli investimenti iniziali per l’acquisto di attrezzature ( fermentatori, dosatori, imbottigliatrici) e la costruzione o l’affitto dello spazio, ci sono anche costi operativi come materie prime, licenze e tasse. Tuttavia, i guadagni potenziali possono essere significativi, soprattutto se si riesce a creare una forte base di clienti fedeli e a espandere la propria gamma di prodotti.
La spesa iniziale può essere consistente, dal momento che il costo del locale e dell’attrezzatura può variare notevolmente. Cifre medie oscillano intorno ai 100.000 euro. Ma come sempre affidarsi a dei preventivi e vagliare diverse possibilità può fare la differenza.
Contributi
Per quanto riguarda i contributi per aprire un birrificio ci sono diverse opportunità disponibili per coloro che desiderano aprirne uno come finanziamenti a tasso agevolato, contributi per la creazione d’impresa e agevolazioni fiscali.
In Italia, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy talvolta stanzia dei contributi a fondo perduto in favore delle aziende produttrici. E’ quello che è successo nel 2021 e nel 2022. Staremo a vedere se anche per il 2023 verranno messi a disposizione ulteriori fondi.
Aprire un microbirrificio
Come abbiamo brevemente accennato, la tipologia di attività o di birrerie sono molteplici. Tra queste figura anche la possibilità di aprire un microbirrificio.

Infatti un microbirrificio non è altro che un’ attività per la produzione della birra e la vendita a ristoranti e pub in tutto il paese. Infatti non tutti i birrifici hanno questo obiettivo. Alcune tipologie vendono birre nelle zone limitrofe o si occupano della produzione e dell’imbottigliamento della birra con la possibilità di consumarla sul posto. Ognuna di queste attività può avere un iter burocratico leggermente diverso.
Per un microbirrificio ciò che sarà indispensabile è:
- partita IVA con Codice Ateco 11.05.00
- iscrizione al Registro delle Imprese della Provincia di propria competenza e anche INPS e INAIL
- i certificati HACCP
- la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.)
- IL Nulla Osta Tecnico Sanitario da richiedere all’ASL
- l’abilitazione SAB
- la licenza all’Agenzia delle Dogane sulle accise sull’alcool.
Molto utile a livello esplicativo è il video pubblicato sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze su ciò che serve per aprire un microbirrificio.
Aprire un birrificio in franchising
L’apertura di un birrificio in franchising può essere un’alternativa meno rischiosa rispetto all’avvio di un’attività indipendente, poiché si avrà accesso a un marchio riconosciuto e a un modello di affari collaudato. Tuttavia ci si deve attenere alle regole e alle linee guida stabilite dalla società madre e alla formazione dei dipendenti. Il vantaggio di aprire un birrificio in franchising però è sicuramente economico: operare sotto un brand già affermato, significa investire all’inzio attività una cifra nettamente inferiore rispetto ad uno in proprio. Infatti le proposte possono partire anche da 30.000 euro.